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Centro d’accoglienza a San Giuliano di Puglia, c’è chi dice ‘no’. Amministratori e cittadini pronti a scendere in piazza: “Vengano rispettate le esigenze del territorio”

dambrosioLa sala del centro comunitario di Santa Croce di Magliano è affollata per l’incontro promosso dai sindaci dei Comuni del cratere, contrari al centro d’accoglienza che dovrà ospitare a breve 250 immigrati nel villaggio di San Giuliano di Puglia, costruito all’indomani del terremoto del 2002.

Ieri sera, domenica 5 novembre, a promuovere l’incontro sono stati i Comuni di Santa Croce di Magliano, unitamente a quello di Bonefro, Rotello, Montelongo e Colletorto. Nel corso della serata, “priva di colori politici” come  hanno rimarcato gli stessi amministratori, sono stati definiti alcuni punti fermi sulle azioni da mettere in campo. Tra tutti, la manifestazione sotto la Prefettura di Campobasso in programma per il prossimo 13 novembre, nonché la richiesta di un incontro con il governatore Frattura.

centro hubSotto accusa, in modo particolare, ci sono i numeri di un accoglienza che, un territorio come quello dell’entroterra basso molisano, non può essere in grado di “sopportare”.

“Questo non vuol dire essere contrari agli aiuti, ma semplicemente essere favorevoli a un’accoglienza proporzionata alla popolazione, che sia in grado, come ad esempio fanno già i progetti Sprar, di favorire l’integrazione”, è il pensiero emerso nell’incontro di ieri.

Dito puntato anche sulle finalità del centro di accoglienza che, come ha avuto modo di spiegare il Prefetto di Campobasso, Maria Guia Federico, sarà destinato ai rimpatri volontari. Si tratta di un punto assai controverso per chi si dice contrario. “I rimpatri non sono mai volontari, – ha detto, infatti, il sindaco di Santa Croce di Magliano, Donato D’Ambrosio – quindi, possiamo parlare di un vero e proprio carcere privato, dove nemmeno i tempi sono certi. Poi è bene sottolineare come a essere rimpatriati possano essere sia gli immigrati espulsi da un centro di prima accoglienza, sia quelli inseriti in progetti di seconda accoglienza come gli Sprar, sia chi ha perso il lavoro, ma anche chi è stato segnalato dalle forze dell’ordine. Inoltre, non tutti i paesi concedono il rimpatrio, i tempi quindi non sono né brevi né certi, per non parlare dei costi”.

Dunque, per i contrari al centro d’accoglienza, quella consenziente al centro di San Giuliano di Puglia è “una politica sorda agli appelli di un territorio già profondamente segnato dal terremoto del 2002 e de una discutibile ricostruzione, dove a 15 anni da sisma c’è una popolazione ancora impegnata in una ricostruzione sociale ed economica”.

“Non permetteremo di mettere una X su questo territorio”, sembra essere l’ultimatum arrivato ieri da Santa Croce di Magliano, dove i presenti si dicono pronti a chiedere il conto a chi ha agito senza rispettare le esigenze e i bisogni di un territorio.

Redazione

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