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“Grazie per aver salvato nostra madre”: la lettera al personale sanitario del Molise

In una lettera il ‘grazie’ che alcune ‘figlie’ hanno voluto dire pubblicamente ai medici e agli operatori sanitari dell’Ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso, così come al personale sanitario del 118 di Bojano. Una pagina di buona sanità che apre un barlume di speranza per il nostro Molise, troppo spesso bistrattato da disservizi e problematiche.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera che ‘alcune figlie’ hanno indirizzato ai medici e al personale sanitario del 118 di Bojano, ai medici del reparto di Emergenza-Urgenza del Pronto Soccorso, così come a quelli dei reparti di Rianimazione – Malattie Infettive – Diabetologia – Nefrologia – Neurologia – Cardiologia e Medicina Interna dell’Ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso.

L’oggetto della missiva è quello di ringraziare tutte queste figure professionali sanitarie per aver salvato la vita della loro madre.

Una bellissima pagina di buona sanità che lancia un barlume di speranza per il nostro Molise, troppo spesso bistrattato da disservizi e problematiche.

Probabilmente – si legge nel testo della lettera – siamo stati fortunati perché abbiamo trovato i medici giusti nel momento giusto e grazie alla loro professionalità e devozione al lavoro, la vita di nostra madre è salva! 

Una congiuntura di eventi, una serie di anelli di una catena che hanno trovato il giusto posizionamento: tutto ha funzionato!

La sera dello scorso 18 gennaio la vita di nostra madre era appesa ad un filo: c’è stato l’intervento del personale in servizio sull’ambulanza del 118 di Bojano che ha già riscontrato una prima patologia avviando le somministrazioni per stabilizzare i valori, passando poi al reparto di emergenza-urgenza del Pronto soccorso dell’Ospedale “Cardarelli” di Campobasso. Grazie al lavoro di medici scrupolosi e competenti sono stati individuati tutti gli scompensi, risolvendo un caso complesso e grave. Per questo il nostro grazie va a tutte le figure di competenza del reparto di infettivologi, cardiologi, neurologi, nefrologi e diabetologi. È stata, poi, avviata rapidamente la terapia di contrasto alle infezioni sopraggiunte ultimata nel reparto di medicina interna (anziano fragile rianimazione), terapia che ha dato modo a nostra madre di recuperare lentamente le capacità cognitive e motorie.

Abbiamo vissuto attimi di terrore, di angoscia e poi di speranza e abbiamo potuto constatare il grande e fondamentale lavoro svolto dai medici di medicina d’urgenza del pronto soccorso e da tutta l’equipe di medici ed infermieri dei vari reparti ospedalieri dell’ospedale “Cardarelli” di Campobasso.

Un’assistenza che, nonostante i deficit ormai decennali riscontrabili nel servizio sanitario regionale, ci ha fatto ricredere, dimostrandoci che il personale competente c’è, lo stesso personale che ama il proprio lavoro e lo svolge con grande passione. Allo stesso modo, tra queste figure professionali esiste tanta umanità, comprensione e cortese disponibilità verso le famiglie dei malati.


“Ogni tanto la sanità molisana funziona” e si regge sul lavoro di medici appassionati, scrupolosi e validi: io e le mie sorelle lo ribadiamo in maniera convinta.

Un lavoro che deve rendere fieri e stimolare tanti giovani medici ad intraprendere un cammino, sicuramente impegnativo, ma anche tanto gratificante e fondamentale per garantire e migliorare le prestazioni del nostro ospedale.

Lo stesso lavoro che deve rendere fiere la Regione Molise e la Direzione Asrem che, nonostante le perduranti difficoltà che una sanità regionale commissariata vive da anni ormai, dovrebbero lottare ancora di più per garantire reparti potenziati e all’avanguardia, contratti adeguati alle responsabilità, all’impegno e al lavoro svolto dal personale sanitario e soprattutto l’assistenza sanitaria adeguata per tutti i cittadini molisani!

Il cammino per il recupero completo di nostra madre è ancora lungo… ma continua attraverso la rete assistenziale della sanità pubblica regionale.

Il nostro immenso grazie a tutti i medici ed infermieri dell’Ospedale Cardarelli.

Con affetto, stima e rispetto”.

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