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Sepino, polverone sugli scavi archeologici dei bambini. Botta e risposta tra una ‘cittadina molisana indignata’ e l’associazione culturale Me.Mo

MemoMARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Sabato, 23 maggio, una “cittadina molisana indignata”, così come si firma nella segnalazione inviata in redazione, solleva il polverone in merito agli scavi archeologici che interessano i bambini, organizzati dall’associazione culturale Me.Mo nel sito archeologico di Sepino. In realtà, secondo la ‘cittadina indignata’, questi non sarebbero solo delle simulazioni tipiche dei laboratori didattici ma veri e propri scavi, da intendere come pratiche “illegali” perché: “per intenderci, è come se si facessero scavare dei bambini all’interno di Pompei o del Colosseo” si legge nella segnalazione che si conclude così: “La Soprintendenza Archeologica ne è al corrente? Solo in Molise tutto è lecito?”. Così la cittadina molisana allega anche delle foto, reperibili sulla pagina facebook dell’associazione culturale, per testimoniare il tipo di scavi che coinvolgono i bambini.

Dopo aver contattato l’associazione, per avere chiarimenti sulla questione è arrivata precisa e puntale la nota di rettifica in cui, punto per punto, si spiegano le attività che Me.Mo Cantieti Culturali svolge nell’area archeologica di Saepinum e con quali modalità. “Nessun danno e nessun illecito” questa la smentita alle accuse mosse verso i laboratori per bambini, qui di seguito:

Nel sito archeologico di Saepinum, l’area scelta per le attività di scavo didattico simulato è stata individuata in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in quanto luogo di raccolta di terra di riporto già vagliata ed esaminata dagli organi competenti.

Si porta a conoscenza che lo scavo è simulato e che la profondità dello stesso non supera i 20 cm che, nel caso dell’area individuata come sede degli stessi, non intacca minimamente strati che non siano già stati vagliati ma che evidenziano, semmai, il materiale di riporto, come si evince dalle foto pubblicate dalla nostra associazione sulla pagina Facebook”.

Continua così la smentita dell’associazione Me.Mo.: “I laboratori di scavo didattico, in Molise già organizzati e gestiti in passato dalla Soprintendenza e da altre associazioni con la stessa allora convenzionate, ad esempio nel Museo Sannitico di Campobasso e nel Museo del Paleolitico di Isernia (già dal 2003), sono una realtà consolidata in molte altre aree e musei archeologici e si configurano come pratica simulata sia con scavo in vasca che in aree delimitate all’aperto come nel caso di Saepinum”.

Si comunica, inoltre, che gli scavi didattici, ideati e progettati dai soci di Me.MO Cantieri Culturali che, per titoli, sono esperti in didattica museale, sono effettuati sotto il controllo diretto non di “guide” ma di archeologi professionisti che, anch’essi soci di Me.MO Cantieri Culturali, hanno conseguito il diploma di Specializzazione”.

L’associazione Me.Mo conclude cosi: Si ricorda, inoltre, che gli strumenti impiegati per lo scavo sono strumenti di piccolo formato (malepeggio, cazzuole, palette e scopette), utilizzati in sicurezza dai ragazzi sotto lo stretto controllo degli operatori.

Si dichiara, inoltre, che il materiale archeologico, in prevalenza scaglie di pietra e laterizi, non viene rimosso ma messo da parte a margine dell’area di scavo e ricollocato a fine giornata o nell’immediato e che nulla viene regalato come “souvenirs” ai partecipanti ai laboratori, come erroneamente insinuato dall’autrice della segnalazione.

Infine, sembra scontato ma utile ripetere che, essendo una simulazione di scavo in un’area con materiale di riporto e non uno scavo archeologico vero e proprio, l’operazione non ha bisogno di concessioni ulteriori rispetto a quella già ottenuta dall’Associazione Me.MO Cantieri Culturali per operare sul sito con attività didattiche. La promozione di tali attività, tramite social network o mass media, non è un’operazione “sfacciata” ma funzionale non solo alla promozione del sito stesso, ma anche alla comunicazione pubblica delle operazioni di valorizzazione messe in atto dall’Associazione”.

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