Cronaca

Cronache marziane / Arriva il Natale, parte la corsa ai regali, alle grandi abbuffate e ai mega ritrovi di famiglia

nataleCRISTINA SALVATORE

Qualcuno lo diceva in tempi non sospetti che il Natale sarebbe arrivato all’improvviso. Un attimo prima eravamo a sorseggiare una bibita fresca in riva al mare e, tempo di un sonnellino sotto l’ombrellone, ci siamo ritrovati ad addobbare alberi posticci, stilare la lista della spesa per cene, cenoni  e pranzi infiniti e analizzare chi, tra  gli amici, abbia guadagnato il merito di ricevere un regalo da parte nostra.

Tutti gli anni ripetiamo come un mantra “stavolta regali economici e per pochi”, e invece ci ritroviamo a spendere cifre di volta in volta più sostanziose senza capire come possa essere accaduto. Succede ad ogni Natale, tutti gli anni.  Se poi si fa parte della categoria di coloro che si ricordano di fare acquisti il pomeriggio del 24 dicembre, allora la situazione si complica e la sensazione di aver bruciato la tredicesima in un colpo non è più solo una sensazione. Quelli che invece hanno la saggezza di organizzarsi già verso la fine di novembre, dovrebbero essere presi d’esempio tanto quanto quelli che si svegliano alle sei del mattino, di un lunedì uggioso, per andare a correre.

Questa gente ha il tempo di pensare con calma quanto spendere, come, dove e perché; non crea ingorghi alle casse e ha stampato sul volto un sorriso di beatitudine che nasce dalla consapevolezza di avere ancora un mese di tempo per organizzare il menù della Vigilia. Di solito quest’ultima tipologia di persone è anche quella che ama da impazzire le festività natalizie, ha duemila perenti sparsi a caso per il mondo e sui social realizza cartoline di auguri in cui “tagga” un numero di persone tendente all’infinito periodico.

I pranzi in queste famiglie sono qualcosa di eccezionale: la stanza adibita al banchetto non somiglia a un normale soggiorno bensì ad un ristorante e, spesso, i parenti neanche si conosco tutti perché la situazione è sfuggita di mano anni fa e il cugino numero quaranta della cugina numero trentadue, ha sposato una signora con nove fratelli, ognuno  dei quali ha avuto almeno otto figli e non si è mai fatto in tempo ad approfondire la parentela.

E’ possibile ritrovarsi seduti accanto ad un nipotino di due anni che neanche si sapeva di avere e che ha visto per la prima volta in vita sua lo zio giovanile (ma non più giovane) innamorandosi perdutamente di lui. E quindi accade che lo fissa sempre, lo segue con l’occhio quando attraversa da una stanza all’altra e vuole necessariamente mangiargli accanto, pena un pianto epocale accompagnato da grida a ultrasuoni che in un attimo disintegrano le palle sull’albero, per esempio. E lo zio giovanile, che non ha mai voluto figli perché ha sempre preferito viaggiare e partecipare alla messa in scena della sua vita da eterno Peter Pan versione ‘latin lover’, vestito di tutto punto si ritrova accanto ad un bambino che la lasagna non la mangia, se la lancia sugli occhi.

Un piccolo cucciolo di uomo che infila le dita nel naso e poi maneggia e rimesta nel piatto perché cerca di afferrare la polpettina al sugo. Nel piatto dello zio, non nel suo. La polpettina del nipotino da tempo è finita spiaccicata sopra il bavaglino, assieme a tutti i reperti archeologici degli ultimi venticinque pasti.

Non parliamo poi di quello che ‘sta creatura  riesce a fare con la carne! Non esiste che qualcuno possa aiutarlo a spezzettarla. Se lo zio che tanto ama se la cava da solo, lui come minimo deve dimostrare di essere pronto per un trasferimento di lavoro all’estero. E quindi strappa la ciccia, con la bocca aperta mastica a lungo il grasso e poi, non riuscendo a sminuzzarlo avendo solo gli incisivi superiori in una distesa di gengive, lo afferra con indice e pollice per sistemarlo accuratamente sul bordo del piatto dello zio. Ma a Natale si accetta di tutto, e alla fine anche questo zio comincia a pensare che ritrovarsi con gli affetti più cari è davvero ciò che conta e che fa bene al cuore. E quindi, in piedi in un angolo, mentre qualcuno ha dato inizio allo spacchettamento dei regali, lui è lì che osserva tutta la famiglia, ripensando al modo sbagliato in cui ha vissuto la vita prima di questo momento. Alle lamentele inutili su tutto e tutti, ai messaggi  di rottura con il sistema, o di rottura e basta,  in cui aveva manifestato una certa allergia alle festività natalizie, criticando gli sprechi ma lagnandosi del risultato che una riduzione degli stessi comporta.

Insomma, a quel modo di fare assurdo che impedisce di godere del bello delle cose e regala solo la mesta sensazione di essere soli in mezzo agli altri.

Redazione

CBlive

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