Cultura

Nella chiesa di San Bartolomeo il laboratorio iconografico d’arte bizantina. Riprodotte icone sacre che sembrano avere secoli di vita

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Nel silenzioso e suggestivo scenario del centro storico di Campobasso, in una stanza dell’antica chiesa di San Bartolomeo, degli artisti intingono i pennelli nella pittura a tempera d’uovo, per poi poggiarli su delle tavole in legno massello. Con precisione e devozione, in questo piccolo laboratorio artistico, si sta dando vita all’antica tecnica di pittura bizantina.

Le splendenti  icone sacre che nascono da questo minuzioso lavoro, sembrano avere secoli di vita ma, in realtà, sono opere realizzate proprio in questi giorni nel laboratorio iconografico d’arte bizantina che accoglie, ogni anno, maestri di caratura nazionale e internazionale.

“Questo è un percorso iniziato circa otto anni fa, – spiega Emmanuel Minardi, rappresentante dell’associazione ‘Cuore Non Mente’ho ripreso la tecnica iconografica dopo aver vissuto, negli anni ’90, l’esperienza con un maestro greco. Successivamente, l’ho ripresa dopo aver conosciuto due maestri di fama internazionale come Laura Renzi e Giovanni Raffa, i quali, ogni estate, vengono qui a Campobasso per insegnare ai nuovi allievi. L’idea dei corsi di iconografia bizantina – ha sottolineato Minardi – è nata quando hanno consegnato la chiesa di San Bartolomeo alla parrocchia, è in quel momento che mi è venuto in mente di riproporre questo tipo di esperienza, vissuta tempo fa  in prima persona ad Assisi”.

Tanti sono gli allievi che si avvicinano a questa affascinante pratica artistica. “I corsi – ha concluso Minardi – hanno scadenza trimestrale.  Ad ogni corso stiamo ricevendo la partecipazione di diversi allievi che provengono da tante parti d’Italia. Campobasso sta diventando, così, un centro importante per lo studio dell’arte iconografica”.

In questi giorni, ad accompagnare gli allievi durante il corso, era presente l’iconografa perugina Giada Mariotti che persegue la tecnica bizantina dal giugno del 2006, allieva, anch’essa, dei maestri Raffa e Renzi. “L’intento – ha dichiarato la Mariotti – è quello di riprodurre l’arte bizantina riportata ai giorni d’oggi. Cerchiamo di dipingere secondo la tradizione, avvalendoci di materiali moderni che possono esserci d’aiuto. La tecnica – ha proseguito – è quella di dipingere su tavole di legno massello gessate, generalmente queste fasi sono legate ad una simbologia ben precisa. Successivamente,  si passa alla doratura con foglia d’oro zecchino e tempera d’uovo, utilizzando anche dei pigmenti naturali minerali. La realizzazione di queste icone, infine, viene  accompagnata anche da un percorso spirituale,  per poi essere benedette con una celebrazione solenne”.

Soddisfazione nelle parole del parroco don Giovanni Diodati. “E’ una cosa molto bella quella di far rivivere questa chiesa storica di Campobasso attraverso la pratica di un’ arte millenaria, quasi contemporanea con questa chiesa. Queste mura ci fanno vivere un importante momento di raccoglimento e, attraverso la bellezza dell’arte iconografica, ci aiutano a contemplare l’amore di Dio. In questo caso – ha chiosato don Giovanni – abbiamo realizzato l’icona dell’annunciazione e, quindi, il mistero della incarnazione. In questo senso, è stato molto bello vedere il formarsi di queste immagini attraverso l’oro e come la luce che ci ricorda di come il mistero di Dio si riveli sempre, sta solo a noi aprirci ad esso”.

A breve, inoltre, la chiesa di San Bartolomeo riceverà in dono un’opera iconografica molto importante, un crocifisso realizzato dal maestro Giovanni Raffa e dall’iconografa Giada Mariotti, che andrà a rendere ancora più suggestiva la piccola chiesa ai piedi del Castello Monforte.

Redazione

CBlive

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