Politica

Doppia candidatura, l’individualista Iorio prova a spaccare il centrodestra. Nella confusione politica chi rischia di restare fuori pretende il pallone per continuare a giocare

L'ex governatore Michele Iorio
L’ex governatore Michele Iorio

L’ex governatore Michele Iorio candidato al Parlamento: un passo in avanti o un passo indietro? Dipende dai punti di vista.

Un’affermazione, la sua, quella rilasciata all’Ansa, durante il Consiglio regionale di martedì 16 gennaio 2018, che ha spiazzato il centrodestra. Se appena la scorsa settimana, infatti, Iorio aveva annunciato la volontà di proseguire il suo impegno alla Regione Molise, è bastato l’ormai certo slittamento delle elezioni a far cambiare idea al consigliere regionale.

Candidato prima al Parlamento e, successivamente, alla Regione Molise: questo il concetto espresso.

La politica molisana vive una fase di confusione, accentuata da chi sta correndo in solitudine. Dall’una e dall’altra parte.

Verrebbe da pensare che ‘un uomo solo è al comando’, ma Fausto Coppi concluse il 12 giugno 1949 la Cuneo – Pinerolo da solo in vetta alle Alpi dopo l’iniziale gioco di squadra. Iorio, invece, sta correndo senza il supporto del centrodestra, che più volte si è riunito per decidere le strategie per le elezioni Politiche e le Regionali, ma senza l’ex governatore che percorre una strada parallela.

Chi mastica di politica ben sa che solo ‘insieme si vince’. Le ultime tornate elettorali hanno insegnato che l’unione fa la forza. Basti pensare quanto già successo al centrodestra al Comune di Campobasso, quando l’ex sindaco Gino Di Bartolomeo nel 2014 decise, a tutti i costi, di riproporsi con la sola lista di Forza Italia, non riuscendo a superare il 10% dei consensi personali da primo cittadino uscente. In Regione, a differenza del Comune, però, solo il primo dei candidati presidenti sconfitti entrerà a Palazzo D’Aimmo. Di qui, con molta probabilità, anche la scelta del pentastellato Antonio Federico di candidarsi alla Camera dei deputati, lasciando spazio sul proporzionale alla Regione ad altri iscritti al Movimento 5 Stelle, che da anni supportano la politica pentastellata.

Il sistema politico americano, del resto, insegna che la forza del Partito Democratico e del Partito Repubblicano hanno alla base una unione forte, che passa anche attraverso sistemi democratici. Gli altri partiti (third parties) hanno una forza di gran lunga minore, con risultati elettorali limitati alle elezioni locali.

Il carisma e l’esperienza del protagonista sono il valore aggiunto di ogni coalizione, ma ‘a tirare’ sono sempre i cavalli da battaglia, coloro che scendono in campo, sul territorio, in prima persona, a contatto con i cittadini, chiamati alle urne.

L’ex governatore Iorio, candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale del Molise nel 2001, 2006, 2011 e nel 2013, deputato dal 2001 al 2003 e senatore nel 2006 (in queste ultime due tornate protagonista sempre con una doppia candidatura) nelle sue elezioni ha avuto sempre con sé cavalli di razza, così come è stato per Frattura nel 2013, quest’ultimo supportato, tra l’altro, da nove liste, rispetto alle cinque di Iorio.

La democrazia vale anche all’interno delle coalizioni, dove prevale chi ha più consensi, ma sui tavoli occorre sedersi e far valere la propria forza (politica).

In un contesto di squadra si supera il concetto che il pallone è mio e decido io chi gioca. Due tornate elettorali permettono di disegnare le strategie, tali da condurre portare una coalizione a vincere. Ma se si inizia il gioco individuale, a rimetterci sono tutti: chi gioca da solo e chi prova a fare squadra e a far valere la forza dei numeri. Spesso, però, sedersi a un tavolo è difficile, perché occorre lasciare il pallone in mezzo al campo a disposizione di tutti, ma negli ultimi anni i giocatori principali sono stati sempre gli stessi. Oppure, occorre anche spiegare alla coalizione e ai cittadini come mai i protagonisti siano sempre gli stessi. In politica e nelle posizioni lavorative, come è accaduto per la nomina di Rosa Iorio, sorella dell’ex governatore a capo del distretto sanitario dell’Asrem di Campobasso. Ma anche per altre figure professionali direttamente ricollegabili a chi vorrebbe ancora giocare da capitano. Ma Totti e Del Piero insegnano: anche loro hanno capito che il tempo è tiranno per tutti. Anche per i capitani di lungo corso.

Antonino Pio Andronico

Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button