Politica

L’attore molisano, Elio Germano, lancia l’appello per scendere in piazza contro la Lega. A Roma, intanto, è allarme sicurezza

Mai con Salvini

FABIANA ABBAZIA

È previsto per le ore 15 di sabato 28 febbraio in piazza del Popolo a Roma il comizio di Matteo Salvini per l’iniziativa ‘Renzi a casa’. Un evento annunciato da tempo, quello del leader del Carroccio, che in qualche modo sarà una vera e propria prova del nove per le mire espansionistiche della Lega. A schierarsi con Salvini, oltre alla destra romana, ai vertici di Fratelli d’Italia e Casapound, anche la francese Marine Le Pen. Nella stessa giornata, però, nella Capitale è prevista anche una contromanifestazione promossa dai centri sociali, movimenti e associazioni sponsorizzata con lo slogan ‘Mai con Salvini’. Un cartello anti-razzista nato apposta per il prossimo 28 febbraio e già ampiamente sponsorizzato sui numerosi social network attraverso hashtag, al quale ha aderito anche l’attore molisano, originario di Duronia, Elio Germano. Insieme a lui altri artisti e intellettuali come Moni Ovadia, Erri De Luca,  Ascanio Celestini e il vignettista ZeroCalcare hanno già aderito al corteo che sfilerà da piazza Vittorio a piazza Sant’Andrea della Valle. Così come i 99 Posse anche Germano ha in realtà fatto molto di più, registrando un videoappello per la manifestazione del prossimo sabato. Oltre a recitare il poeta Trilussa, attorniato da bambini immigrati, e invitare Salvini a “tornarsene a casa”, Germano legge alcuni passi tratti da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, datata 1912, quando gli immigrati erano appunto gli italiani.

“Molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Parlano lingue a noi incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, spesso davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti”. Sono queste alcune delle frasi recitate da Germano che ben si adattano alla società attuale dell’Italia contemporanea pur riferendosi a quando, come si dice, “gli emigranti eravamo noi”.

Insomma, una precisa presa di posizione quella dell’attore molisano che solo la scorsa estate, al festival di Venezia, aveva fatto parlare di sé la stampa nazionale per il saluto con il pugno chiuso rivolto ai fotografi.

Intanto, tra un videoappello e un altro, tra manifestazioni e contromanifestazione, e soprattutto dopo l’assedio dei tifosi Olandesi, la Capitale si prepara a vivere un’altra giornata calda dal punto di vista della sicurezza.

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