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Vaccini obbligatori in Molise, il Consiglio dei Ministri impugna la Legge regionale: “Incostituzionale”

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha impugnato la Legge regionale che stabilisce l’obbligo vaccinale in Molise. Per il Governo l’Assise di Palazzo D’Aimmo avrebbe, infatti, legiferato su una materia di non sua competenza.

Denominata “Disposizioni in merito alle vaccinazioni per i minori di età”, la legge numero 8 è stata approvata il 12 settembre scorso da tutti gli esponenti del Consiglio regionale, esclusi i Cinque Stelle che, in quell’occasione, avevano spigato come l’iniziativa potesse risultare invasiva della comptenza legislativa statale”.

Uno stop, quello voluto dal Governo gialloverde, in quanto alcune norme riguardanti gli obblighi di vaccinazione ai fini dell’iscrizione e dell’accesso dei minori d’età alle scuole dell’infanzia e ai servizi educativi per l’infanzia, eccedono dalle competenze regionali e intervengono in un ambito nel quale sono prevalenti gli aspetti ascrivibili ai principi fondamentali in materia di tutela della salute e di profilassi internazionale, riservati alle competenze legislative dello Stato, ai sensi dell’articolo 117, comma terzo, e comma secondo, lettera q), della Costituzione”.

Per il Cdm “esse ledono altresì il principio di eguaglianza di cui all’art. 3 Costituzione e la competenza riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. n), della Costituzione, in materia di “norme generali sull’istruzione”, che mirano a garantire che la frequenza scolastica avvenga in condizioni sicure per la salute di ciascun alunno”.

Dunque, la legge sui vaccini approvata in via IV Novembre con voto bipartisan sarebbe “viziata da profili di incostituzionalità”. A incalzare la maggioranza e gli esponenti del PD, sono oggi i pentastellati che ribadiscono come si sia verificato ciò che avevano annunciato.

Vuol dire che, nella migliore delle ipotesi, – dicono i grillini – la legge dovrà essere modificata finendo per essere depotenziata di qualsiasi effetto concreto. Dunque, il Consiglio regionale ha perso tempo e soldi pubblici, per due giorni, su qualcosa che non è di sua competenza. Ecco perché in quell’occasione uscimmo dall’aula: per non sprecare tempo e soldi dei cittadini”.

 

Redazione

CBlive

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