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Inquinamento ambientale in Molise: parte il progetto ‘Punto Zero’ e test gratuiti sul latte materno

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MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Oltre le rivelazioni fatte illo tempore dall’ex boss Carmine Schiavone, il Molise è sotto il tiro dell’inquinamento ambientale non solo per i rapporti di ecomafia. Un vero e proprio ‘Munnezza Tour’ che parte da Castelmauro, il piccolo centro in provincia di Campobasso che, per la surreale storia, dal1 980 è diventata la piccola Cernobyl molisana. Era a Castelmauro che il fisico nucleare Quintino De Notaris con la sua ditta Canrc, (Centro Applicazioni Nucleari, radiazioni e controlli), con sede a Termoli – aveva un contratto con l’Ospedale Cardarelli di Campobasso ma anziché smaltire i rifiuti ospedalieri in siti speciali, il fisico ha preferito accumulare 4 mila fusti radioattivi e rifiuti tossici nocivi nella sua casa.

Il ‘Munnezza Tour’ continua con Guglionesi, in contrada Macchie, dove c’è un lembo di terra di 56 metri quadri trasformati in discarica abusiva di rifiuti tossico-nocivi. La criticità del sito di Guglionesi è stata riconosciuta a livello nazionale nel 2001 quando questa discarica molisana è rientrata nella categoria SIN – siti di interesse nazionale – vista come un terreno ad alto inquinamento che necessitava di misure urgenti per la bonifica. Comincia così un iter, tra corsi e ricorsi storici, che sembra già visto e vissuto ed il sito di Guglionesi II – così viene nominato il terreno nella classifica SIN –necessita di urgente bonifica. Tanti i soldi stanziati per ripulire una zona contaminata, denaro che è sempre risultato insufficiente.

Un viaggio nei siti inquinati che passa anche per la costa con lo smaltimento di rifiuti pericolosi a Campomarino, arriva a Venafro ed approda nei pozzi radioattivi di Cercemaggiore, in contrada Capoiaccio.

Insomma un Molise davvero tossico a livello ambientale, motivo per cui Co.Re.A, il comitato di salute pubblica e ambientale, ha aderito al progetto ‘Punto Zero’, ideato e realizzato da Piernicola Piedicini, coordinatore del Movimento 5 Stelle della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che ha l’intento di monitorare il livello di inquinamento delle falde acquifere a causa di metalli pesanti e di idrocarburi. Il progetto pilota è partito in Basilicata, non in modo casuale, visto che è la regione che ha il più grande giacimento petrolifero su terraferma in Europa.

In questo modo, il progetto ‘Punto Zero’ prevede dei livelli di analisi sul territorio, sull’aria, sull’acqua ed anche sul latte materno. In riferimento al Molise è il presidente di Co.Re.A., Vincenzo Musacchio a parlarne: “Punto Zero, in Molise, avrà un ruolo primario perché tramite Co.Re.A. (Comitato di difesa della salute pubblica) abbiamo aderito al progetto che per noi partirà il 30 marzo 2015 e riguarderà in primis le analisi del latte materno per tutte quelle mamme che vorranno sottoporsi al test assolutamente gratuito. Per contattare la nostra associazione per informazioni e per chiedere il test sul latte materno basta scrivere a: corea.molise@live.it ; ancora una volta dalla parte dei cittadini”.

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