CronacaPolitica

Afghanistan in mano ai talebani: da terroristi a diplomatici

I fondamentalisti islamici si dichiarano pacifici ma negano diritti fondamentali

E’ stata una brutta nottata per la città di Kabul: dopo vent’ anni di guerra, i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan. Sembra che il passaggio di potere stia avvenendo in maniera piuttosto pacifica. In questo momento vi sono disordini nell’aeroporto di Kabul dove sono assembrati centinaia di cittadini, anche italiani, in attesa di rimpatrio. Atteso l’intervento degli agenti dell’organizzazione delle nazioni unite (NATO).

Talebani e terroristi

La parola talebani significa ‘studenti’, essi infatti professano il Corano in maniera fondamentalista. Nel 1996 i talebani occuparono Kabul per la prima volta e imposero una rigida dittatura islamista: le donne erano obbligate ad indossare il burka e gli venne negato il diritto allo studio e quello al lavoro. Dopo gli attentati del 11 settembre 2001, il Mullah Omar, capo dei talebani, accolse e protesse Bin Laden, leader dell’organizzazione terroristica. Per questo gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan e costrinsero i talebani a fuggire. Purtroppo però il nuovo governo apparse subito corrotto e finanziato da traffico di stupefacenti, così fra i cittadini serpeggiava il mal contento, sentimento che venne prontamente raccolto dai talebani, che radunarono e prepararono soldati per la loro guerra, mai finita.

Da terroristi a diplomatici

Nel tempo i talebani sono riusciti però a divenire interlocutori politici, difatti l’anno scorso hanno ottenuto un incontro ufficiale con i rappresentanti degli Stati Uniti. In quell’occasione, sarebbero stati siglati gli accordi che hanno permesso, in questi giorni, l’abbandono pacifico dell’Afghanistan da parte degli Stati Uniti. Stanno lasciando il paese anche tutte le altre rappresentanze politiche, ad eccezione dei Russi, che avrebbero stipulato accordi per rimanere pacificamente. Notizie di una presunta collaborazione, fra il Cremlino ed i militanti afghani, circolano già dal 2016. Fra i motivi principali, vi sarebbe quello di contrastare il potere degli Stati uniti. Ipotesi sempre smentita dai  rappresentanti del governo russo. La notizia che Mosca avrebbe ospitato una conferenza internazionale sull’Afghanistan, finalizzata a rilanciare e sostenere i negoziati intra-afghani, si è diffusa a partire dal 7 marzo, a seguito di una visita diplomatica  del ministro degli Esteri afgano a Mosca.

I rapporti con la Cina

Un altro paese che intrattiene rapporti con i talebani è la Cina. Il 28 luglio scorso il ministro degli Esteri cinese aveva accolto una delegazione talebana. Durante l’incontro il Ministro aveva rivolto un appello ai talebani affinché intervenissero pacificamente nel processo di ricostruzione dell’ Afghanistan”. Gli interessi della Cina, nel mantenere buoni rapporti con i talebani, sono di natura economica e strategica. L’Afghanistan è un territorio ricco di minerali preziosi e rari e la Cina è stata la prima ad estrarre petrolio dal paese e detiene la maggior parte dei diritti estrattivi dal sottosuolo afghano. Inoltre la Cina ha interesse a mantenere e sviluppare ‘La via della Seta’,  rete di rotte commerciali che per secoli ha collegato l’Estremo Oriente all’Occidente. Pechino teme inoltre che l’Afghanistan possa essere usato come base logistica da parte di alcuni gruppi di opposizione al governo cinese, i separatisti e i jihadisti uiguri, alcuni dei quali si rifugiano in Afghanistan. Per questo il Ministro degli esterni cinese aveva chiesto ai talebani di agire per eliminare i gruppi uiguri presenti in Afghanistan. Accordarsi con i talebani permetterebbe, inoltre, alla Cina di fronteggiare la potenza degli Stati Uniti. 

Cosa succederà adesso

Questa mattina dovrebbe riunirsi il Consiglio di Sicurezza del ONU. Sono terrorizzati i cittadini afghani che tentano si fuggire dal paese dove non hanno mai potuto vivere in piena serenità. Il portavoce dei talebani ha assicurato che non intendono procedere con violenza, tuttavia i testimoni locali riferiscono di sentire numerosi spari e sembrerebbe che alle donne sia stato ordinato di non recarsi a lavoro. Per i grandi paesi democratici del mondo, non sarà facile, quindi, avviare negoziati di pace con questi gruppi che sembrano negare alcuni diritti fondamentali dell’essere umano.

CP

 

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