Cultura

Storie di giovani / Salvatore Sale presenta ‘Il diario di Murphy’: ironia e strappi emotivi di una generazione precaria che non abbandona la voglia di essere felice

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L’autore, Salvatore Sale

FABIANA ABBAZIA

Ironia sembra essere la parola chiave in un viaggio intimo e personale in cui l’autore spazia spesso tra il ‘non senso’ e la realtà di un viaggio che prende le mosse dall’esperienza concreta della vita vissuta. Definire le pagine scritte dal trentenne campobassano Salvatore Sale che sabato 21 marzo sarà al ‘Libertine caffè boutique’ di via D’amato per presentare il suo libro ‘Il diario di Murphy’ pubblicato da ‘Progetto Cultura’, non è affatto semplice considerando che nella stessa prefazione del testo, affidata all’amico e scrittore con la passione per il cinema Giammario Di Risio, si legge come sia praticamente impossibile avere “un’unanimità di giudizio su questa selva di sensazioni”.

Tuttavia, la cosa certa è che in quello strappo emozionale che rincorre nelle pagine del testo, divise in una struttura in tre atti che vanno dal trauma alla presa di coscienza, si scorge e si accarezza la dimensione di una generazione, quella dei trentenni, che Sale è capace di raccontare senza inibizioni e imbarazzi, portando direttamente il lettore nella profondità più intima e divertente di chi vive il senso di precarietà e affronta un viaggio alla continua ricerca della felicità.
A parlarci della pagine con cui tra pochi giorni i campobassani entreranno in stretto contatto, lo stesso giovane autore.

Da cosa nasce questo libro? Questo libro nasce da un mix di esperienze vissute realmente, ma distorte e amplificate dall’immaginazione personale, legata alla fiction e alla letteratura di moltissimi autori, da cui ho preso spunto per generare una scrittura creativa e onirica. Analizzando i caratteri dei miei amici e fondendoli ho creato i personaggi maschili e femminili del Diario di Murphy. La storia è ambientata a Roma, Campobasso (CBbasso), Copenaghen e Amsterdam. Le quattro città che per sempre avrò nel cuore. Dal quartiere Vazzieri, luogo della mia infanzia e adolescenza, al Christiania, nota anche come Città Libera di Christiania, che è un quartiere parzialmente autogovernato di Copenaghen dove ho vissuto per un anno. Passando per la fantastica capitale olandese ma avendo come base la città di Roma; regina della storia”.

Nella copertina ci sono tre domande: “Murphy è forse un puttaniere che abusa di marijuana? Murphy è un egoista? Murphy è un incompreso? Murphy cosa voleva da Angelica?”. Quesiti che incuriosiscono non poco il lettore, nelle pagine ci sarà la risposta a tutto? “Il lettore avrà in mano il Diario di Murphy come una persona che di nascosto legge il diario segreto di un amico o di un parente. Solo così si conosce realmente qualcuno; la sincerità pura è nel parlare con se stessi e, nella prima parte, Murphy parla con il suo ego attraverso la scrittura, ma subirà un’evoluzione sia nel linguaggio che nello stile, rispondendo a tutte le domande evidenziate in copertina”.

“Quando scrivi un libro non hai il controllo su quello che gli altri capiranno”. Pur essendo consapevole del paradigma comunicativo di Umberto Eco, cosa vorresti arrivasse di queste pagine ai lettori? “I lettori potranno scegliere se mettersi nei panni di Murphy oppure nella parte di colui o colei che di nascosto ‘ruba’ il diario segreto del migliore amico Murphy, o dell’ amore della sua vita: il fidanzato Murphy”.

Ricordi, amori ma anche paure e ansie si avvicendano nelle discussioni di un protagonista “non più adolescente ma perennemente in fase di ricerca”. Insomma un trentenne. Come cambia a quest’età il modo di vedere e sentire la vita? “In queste pagine ogni lettore potrà avere un punto di contatto, una finestra soggettiva sulla generazione dei trentenni italiani: da qui il senso di precarietà emotiva carica di sogni, con il sesso come valvola di sfogo contro la noia, l’incapacità di prendere delle decisioni, la solitudine, ma anche la voglia di essere felici, giovani, utilizzando l’ironia che considero la parola chiave del testo”.

Come la definiresti la tua generazione? “Se la generazione precedente alla mia era definita generazione X, la mia è quella che viene dopo; la Y”

Un libro quasi confezionato in famiglia potremmo dire. A disegnare la copertina del testo una persona a te cara, Fabio Maria Corsi colui che tra l’altro ha firmato il nuovo logo di promozione degli eventi culturali della Regione Molise, mentre la prefazione l’hai affidata a un tuo caro amico, Giammario Di Risio, con il quale condividi la stessa passione per la scrittura. Come sono nate queste collaborazioni? “Fabio Maria Corsi e Giammario Di Risio sono stati praticamente presenti durante la stesura del testo. A loro esponevo a voce le storie descritte. Vedendo le loro reazioni ho deciso di affidare all’arte la descrizione di questo libro. Concedendo al primo le immagini, al secondo le parole”.

Un motivo per non mancare alla presentazione del libro? “Nessuno potrà mancare alla presentazione di sabato 21 marzo alle 18,30, anche perché il tutto sarà condito dai sapori e dai suoni del Libertine, sempre all’ avanguardia”.

 

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