Politica

Edilizia molisana al collasso, venerdì 15 marzo lo sciopero generale

Assemblee, presidi e tavolo tecnico a Palazzo Chigi per sbloccare i fondi destinati a uno dei pilastri della società

L’edilizia è uno dei pilastri della società e se i fondi destinati a questo settore resteranno ancora bloccati sarà difficile avere una ripresa per il Paese e per il Molise che vive una profonda crisi dal dopo guerra a oggi. Migliaia di lavoratori sono stati licenziati e ancora tanti sono a rischio. Per tanto, di fronte ad un settore in disperazione, i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono uniti ed hanno indetto uno sciopero generale in programma per venerdì 15 marzo 2019 con assemblee e presidi sui posti di lavoro e una trasferta a Roma per un tavolo tecnico a Palazzo Chigi.

Portiamo a Roma la disperazione dell’edilizia molisana” fanno sapere i sindacati della regione da mesi hanno presentato una piattaforma “con proposte concrete e fattibili per difendere il lavoro che c’è e per crearne di nuovo, per dare risposta agli oltre 600 mila lavoratori che hanno perso il posto di lavoro in questa crisi che dura da anni.”

Serve una politica industriale per far ripartire l’edilizia, la filiera dei materiali (cemento, laterizi, lapidei, legno) e dell’arredo. Servono strumenti  finanziari ad hoc, anche con il protagonismo di Cassa Depositi e Prestiti, che favoriscano investimenti immediati e a medio termine, per rilanciare le grandi aziende dei nostri settori e quindi tutto un indotto di piccole e medie imprese, anche artigiane.”

In questo sciopero si vuole puntare al lavoro e allo sviluppo perché se non riparte il settore dell’edilizia, non riparte il Paese. I sindacati da mesi hanno presentato una piattaforma “con proposte concrete e fattibili per difendere il lavoro che c’è e per crearne di nuovo, per dare risposta agli oltre 600 mila lavoratori che hanno perso il posto di lavoro in questa crisi che dura da anni.”

“Oramai tutti, anche gli imprenditori e gli economisti, stanno sottolineando quotidianamente come, se  vogliamo far ripartire economia e occupazione – evidenzia Roberto D’Aloia della Feneal Uil – occorre  aggredire i veri nodi di fondo della nostra scarsa competitività: costi energetici troppi alti; costi logistici  significativi legati alla mancanza di nuove infrastrutture per portare via mare e via treno le merci che oggi vanno su inquinanti tir; assenza di connessioni rapide, efficienti e sicure tra Nord e Sud del Paese, tra l’Italia, l’Europa e il Mediterraneo; fragilità dei nostri territori sia in termini idrogeologici che sismici; mancanza di una politica per le aree urbane basata su rigenerazione e recupero. Proviamo a declinare questo stato di cose sul nostro Molise: carenza delle infrastrutture viarie e ferroviarie, disastro, più che dissesto, del territorio, piccoli comuni allo stato di abbandono con case vecchie e che necessitano di rivitalizzazione. Il quadro è preoccupante. Ed il sindacato non intende arrendersi a questo stato di cose, non abbassa la voce, non si adegua al modesto dibattito in corso fra le forze politiche molisane fatto di camarille e personalismi. Come se fuori non ci fossero lavoratori a spasso, giovani con la sola prospettiva dell’emigrazione, anziani impoveriti. Il sindacato, protagonista e unitario, è di nuovo in piazza.”

“Servono politiche mirate – sottolinea Silvio Amicucci della Fillea Cgil – servono investimenti, serve mettere al centro il lavoro di qualità, sicuro e ben pagato, sburocratizzando dove serve e tutelando ciò che funziona  anche del Codice degli appalti, a partire dal limite al subappalto, dal rispetto del Contratto collettivo edile, dall’introduzione della congruità contro ogni forma di lavoro nero ed irregolare. Sono scelte impegnative, ci rendiamo ben conto, che vogliamo assunte anche a livello regionale e territoriale: la Regione deve accelerare i pagamenti a favore delle imprese che lavorano nell’area del cratere, devono essere previsti incentivi per i privati che intendono riqualificare la propria abitazione, ci sono risorse, europee e locali, da impegnare per il miglioramento delle strade e dei ponti, per riqualificare il porto di Termoli e mettere mano alla nostra disastrata ferrovia. Sono obiettivi che anche gli imprenditori edili locali e coloro che investono nell’edilizia molisana condividono. A loro chiediamo, peraltro, un fronte comune contro l’elusione dei contratti del settore, per la lotta al lavoro in nero e irregolare, per garantire ai lavoratori la piena sicurezza cui hanno diritto, per contrastare il dumping contrattuale con un sistema che premi qualità e sicurezza.”

Massimiliano Rapone, della Filca Cisl, completa il ragionamento: “Abbiamo chiesto un tavolo a Palazzo Chigi dove affrontare la più grave crisi dei nostri settori dal dopoguerra ad oggi, per dare una risposta alle migliaiadi persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo. Qui vogliamo discutere delle proposte concrete e fattibili che come Sindacato abbiamo avanzato ma su cui il Governo non vuol confrontarsi. In questa cabina di regia nazionale vogliamo discutere per far riaprire i cantieri con politiche che intervengano con strumenti finanziari mirati per le imprese del settore, sbloccare le grandi opere da Nord a Sud. Ma vogliamo subito, anche in Molise, un tavolo permanente di confronto con le amministrazioni pubbliche locali e con il pieno coinvolgimento degli imprenditori edili. Pretendiamo dalla Regione una politica di investimenti mirati in grado di essere immediatamente tradotti in piani straordinari per la messa in sicurezza di territori, strade, ponti. Occorre una sistematizzazione ed un miglioramento degli incentivi, da quelli per le ristrutturazioni a quelli per il risparmio energetico e per il bonus mobile. Serve una sburocratizzazione mirata di diversi passaggi senza ridurre tutele e diritti e senza tornare alla liberalizzazione dei subappalti o al massimo ribasso. Servono, cioè, politiche di sviluppo anche per l’edilizia molisana, delle quali abbiamo tanto sentito parlare in campagna elettorale ma che stentiamo a vedere.”

“Per queste ragioni e con questi obiettivi, nazionali e locali – concludono i leader sindacali le lavoratrici e lavoratori dell’edilizia molisana incroceranno le braccia e saranno in piazza a Roma il prossimo 15 marzo. Per chiedere lavoro e sviluppo, consapevoli che se non riparte il settore delle costruzioni non ripartirà il Paese. Figuriamoci il Molise”.

mcgiov

 

Redazione

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