Sanità, Palazzo Moffa dà mandato a Frattura per trattare con Roma e tutelare il diritto alla salute dei molisani. I pentastellati accusano: “Assurdo non prevedere una struttura pubblica specializzata”
Il Consiglio regionale si è riappropriato del ruolo legislativo, decidendo di prendere di petto la situazione e, così, toccherà al Presidente della Giunta regionale del Molise, Paolo di Laura Frattura, farsi portavoce a Roma (sbattendo i pugni sul tavolo) delle istanze dei cittadini molisani, promuovendo tutte quelle iniziative utili per ottenere la modifica del regolamento teso a definire ‘gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera’, che prevede grossi limiti per la sanità molisana. In caso contrario, il Governatore si è impegnato a impugnarlo, per la difesa dei diritti costituzionalmente tutelati, comunicando alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai ministeri competenti la presa d’atto del Molise e dei suoi cittadini.
Questo è quanto approvato in un ordine del giorno ‘bipartisan’ al termine della seduta fiume del Consiglio regionale, dedicato alla sanità molisana. Un documento approvato dalla maggioranza di centrosinistra, dal centrodestra, ma non dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo.
L’ordine del giorno, però, non prevede esplicitamente che il Molise debba avere un Dea di II livello, ovvero un polo pubblico specializzato, dove i cittadini possono trovare cure per ogni patologia. Così come non lo prevede nemmeno un successivo ordine del giorno approvato dalla sola maggioranza, teso a riqualificare la rete ospedaliera potenziando le eccellenze consolidate nel corso degli anni e le aree disagiate, riorganizzare e potenziare il servizio di emergenza-urgenza sanitaria, sviluppare l’assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale, potenziare i servizi di prevenzione e le strutture sanitarie pubbliche, integrate con quelle private accreditate, sbloccare il turn-over nel comparto sanità e far sì che i posti letto spettanti agli IRCCS (in Molise la Neuromed) siano finanziati con risorse pubbliche, senza che essi incidano sulla dotazione complessiva regionale, i cui costi gravano sul Fondo Sanitario Regionale.
La previsione di un Dea di II livello era prevista in un ordine del giorno, bocciato, dei pentastellati Federico e Manzo, che individuava nel presidio ospedaliero di Campobasso un Dea di II livello, in quelli di Isernia e Termoli un Dea di I livello, caratterizzando il ‘Caracciolo’ di Agnone come ospedale di ‘area disagiata’ e salvaguardo così la rete ospedaliera pubblica molisana.
In sostanza, i Dea di II livello (previsti per bacini d’utenza di 600mila abitanti, ma il presupposto per il Molise in quanto regione è quello di tutelarne il territorio e i cittadini, seppur con una popolazione inferiore a tale soglia), oltre a tutte le funzioni dei Dea di I livello, assicura attività di più alta qualificazione legate all’emergenza, tra cui la neurochirurgia, la cardiochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia toracica e la chirurgia vascolare; mentre, nei Dea di I livello sono previsti i servizi di pronto soccorso, osservazione e breve degenza, rianimazione, interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, diagnostica per immagini e trasfusionali.
“Si è assistito a un paradosso – hanno tuonato Antonio Federico e Patrizia Manzo – prima si è votato un documento che impegnava Frattura a contestare al Governo i limiti imposti dal Decreto Balduzzi, salvo poi ascoltare dallo stesso Frattura la chiara e manifesta volontà di non aver alcun interesse per una struttura di questo tipo in regione. Il centrosinistra e il centrodestra hanno deciso di non sostenere questa posizione, di fatto, annunciando la volontà di andare verso la privatizzazione della sanità molisana”.
“Il ‘Cardarelli’ sarà ospedale di primo livello – ha spiegato in aula Frattura – e dovrà conservare tutte le specialistiche, mentre a Isernia e Termoli dovrà essere rafforzato il pronto soccorso, con alcuni reparti specialistici, riconoscendo ad Agnone l’area disagiata, mentre per Venafro e Larino puntiamo a una riorganizzazione, rispettivamente, con le vicine Campania e Puglia”.