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“Generazione anni ’80: quali prospettive, quale futuro. Gli artefici del nostro destino siamo noi”, il sindaco D’Ambrosio e il giornalista Formato chiamano a raccolta i giovani. Hanno già aderito gli attivisti Battista, Maggiani, Vertolo e Amicone

Gli ideatori del dibattito: il sindaco di Santa Croce di Magliano, Donato D'Ambrosio, e il giornalista Giuseppe Formato
Gli ideatori del dibattito: il sindaco di Santa Croce di Magliano, Donato D’Ambrosio, e il giornalista Giuseppe Formato

FABIANA ABBAZIA

È in fase organizzativa il dibattito “Generazione anni ’80: quali prospettive, quale futuro. Gli artefici del nostro destino siamo noi. Siamo davvero pronti per una rivoluzione culturale?”, nato da un’idea del sindaco di Santa Croce di Magliano e consigliere provinciale, Donato D’Ambrosio, e del giornalista Giuseppe Formato.

L’idea di riunire la generazione della classe ’80, coinvolgendo l’attuale gruppo dirigente, che sarà interrogato al termine del dibattito, è scaturita la mattina di mercoledì 2 dicembre 2015, quando il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha lanciato l’allarme sul rischio povertà della prima generazione che sta peggio rispetto a quella dei genitori dal Secondo dopoguerra.

La prospettiva futura per chi oggi ha 35 anni è lavorare fino a 75, percependo una pensione inferiore alle generazioni precedenti. Molti rischieranno di non prendere l’assegno, considerando che il sistema contributivo penalizza pesantemente chi vive di contratti precari.

Le differenze rispetto al passato sono abissali: i tre quarti dei pensionati nati nel 1945 è uscito dal lavoro prima dei 60 anni.

Sulla materia anche l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha spronato l’Italia a fare di più e meglio.

Il dibattito partirà dall’allarme lanciato dal presidente Boeri e coinvolgerà anche il territorio molisano, dove migliaia di giovani hanno deciso di abitare per provare a crearsi un futuro.

moderare l’incontro sarà il giornalista Giuseppe Formato e agli interventi del co-ideatore Donato D’Ambrosio, tra i più giovani amministratori del Belpaese, si alterneranno altri giovani protagonisti della vita sociale ed economica che, in un futuro più o meno prossimo, si spera possano prendere in mano le redini delle istituzioni, partendo da un presupposto: correggere laddove la politica ha sbagliato.

Già sicure le partecipazioni, tra i relatori, di tre giovani campobassani impegnati da anni nella politica attiva: Stefano MaggianiAndrea Battista, Andrea Vertolo e Marco Amicone. Saranno almeno una ventina coloro che interverranno, i quali stanno inviando la propria adesione.

Partendo dall’allarme povertà per chi oggi entra nel terzo decennio della propria vita, il dibattito verterà soprattutto su quanto ci sarà da fare per il territorio molisano, oggi minacciato di essere smembrato e violentato dai poteri centrali e dove il rischio povertà è più alto rispetto alle altre regioni.

Il Molise ha avuto realtà floride dal punto di vista industriale ed economico, anche ben supportate dalla macchina pubblica. Dove si è sbagliato?

Cosa si può fare concretamente per salvare il futuro del Molise e dei giovani molisani, al di là delle frasi di circostanza che sanno troppo di politichese e che mirano soltanto a rinviare il problema?

Il dibattito, che si svolgerà prossimamente a Campobasso con lo slogan #torniamoascuola, vedrà giovani molisani attivisti nel campo sociale, politico ed economico analizzare i problemi che noi, della generazione anni ’80, affrontiamo nella vita quotidiana per affermarci nel campo professionale, sociale, politico ed economico.

L’obiettivo è quello di provare a colmare il vuoto degli ultimi anni: riportare i cittadini al centro di un dibattito, in un luogo in cui ci si possano scambiare le proprie idee e opinioni. Compito, questo, che era dei partiti. In mancanza di quest’ultimi, il momento di confronto proverà a riportare coloro che hanno intenzione di lavorare per un futuro migliore, raccogliendo tutte le anime che offre il territorio.

Il dibattito vedrà il diretto coinvolgimento dell’attuale classe dirigente che, dopo aver ascoltato i problemi e le esigenze degli uditori, sarà chiamata a un serio confronto con i protagonisti del convegno.

Noi siamo gli artefici del nostro destino e inizia da oggi la sfida verso un vero cambiamento. Una rivoluzione culturale fondata sull’unione delle menti e sul ripristino di un clima di legalità, a tutti i livelli, della res publica.

“Guardare al passato per correggere gli errori, migliorare per un futuro più roseo e sereno, ma soprattutto coinvolgere le tante brillanti menti che potranno soltanto essere un beneficio per la collettività”: questo è lo spirito con il quale sarà affrontato il dibattito.

 

Redazione

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