Crisi idrica, scontro politico sul “tubone” Liscione – Occhito

La gestione delle risorse idriche tra Molise e Puglia torna al centro dello scontro politico. Dopo la Cabina di regia per la crisi idrica dell’8 agosto scorso, il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra ha annunciato un’accelerazione sul progetto di interconnessione idrica tra la diga molisana di Ponte Liscione e l’invaso di Occhito, in Puglia. Ma le sue dichiarazioni hanno acceso un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione.
La Pietra: “Opera strategica per il Sud, servono 20 milioni”
Durante la riunione della Cabina di regia, il Commissario straordinario Nicola Dell’Acqua ha presentato una relazione dettagliata sull’intervento, riconoscendo l’opera come strategica per “rafforzare la resilienza idrica del Mezzogiorno” e migliorare la gestione delle risorse tra le due regioni.
“La relazione – ha spiegato La Pietra – ha evidenziato un fabbisogno finanziario aggiuntivo di circa 20 milioni di euro. Il Governo è già al lavoro per individuare le fonti di copertura, consapevole dell’urgenza e dell’importanza dell’opera per cittadini e agricoltori. L’obiettivo è procedere con la massima tempestività per risolvere una criticità che non è più sostenibile”.
Fallucchi: “Facciamo i fatti, non solo promesse”
La senatrice di Fratelli d’Italia Annamaria Fallucchi ha espresso pieno sostegno al Governo e alle parole di La Pietra:
“Dopo anni di inerzia e immobilismo, si stanno facendo passi concreti per risolvere un problema che dura da troppo tempo. La realizzazione dell’interconnessione è fondamentale per garantire sviluppo, lavoro e reddito a un territorio che non può più permettersi ritardi”.
Tutolo: “Annunci vuoti, i soldi non ci sono”
Durissima invece la posizione del consigliere regionale pugliese Antonio Tutolo (Per la Puglia), che parla di “promesse elettorali”:
“Si parla di un presunto stanziamento di 20 milioni di euro, ma non c’è nessun atto formale. Si tratta di una cifra irrisoria rispetto ai 190 milioni annunciati in precedenza. Nel decreto firmato dal ministro Salvini il 24 luglio, l’opera non compare. Nessuna copertura, nessun documento ufficiale. La verità è che i lavori non partiranno a settembre”.
Tutolo ha inoltre effettuato un sopralluogo presso la diga del Liscione, sottolineando che l’opera “non è un progetto immaginario, ma un’infrastruttura reale, avviata oltre vent’anni fa e mai completata”.
Gravina (M5S): “Il Molise è escluso dalle decisioni”
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Roberto Gravina, ha accusato il Governo e la Giunta regionale di “mancanza di trasparenza”:
“La progettazione definitiva dell’interconnessione dovrebbe essere affidata entro ottobre, segno che esiste già uno studio di fattibilità. Eppure, il presidente Roberti e la sua Giunta non hanno informato né il Consiglio né i cittadini molisani. Il Molise rischia di essere trattato come un semplice serbatoio idrico della Puglia, senza alcuna garanzia”.
Gravina ha inoltre espresso preoccupazione sugli effetti dello sfangamento dell’invaso:
“Parlare di dragaggio senza affrontare il problema della scarsa disponibilità di acqua rischia di produrre interventi incompleti e inefficaci”.
Fanelli: “Troppi silenzi, servono dati e chiarezza”
Sulla stessa linea critica si colloca la capogruppo PD in Consiglio regionale Micaela Fanelli, che parla di “notizie ambigue e assenza di trasparenza”:
“La Regione Molise non comunica, non spiega, non difende i propri interessi. Vogliamo sapere quali volumi idrici verrebbero ceduti, con quali garanzie e quali opere compensative sarebbero previste. Al momento non c’è nessuna documentazione ufficiale, e questo è gravissimo”.
Fanelli ha chiesto un incontro urgente con l’Autorità di Bacino Meridionale, coinvolgendo tutte le parti interessate, per evitare che le decisioni vengano prese “a Roma e a Bari, lasciando il Molise fuori dai tavoli che contano”.
Un progetto fermo da oltre vent’anni
Il collegamento idrico Liscione–Occhito è un’opera avviata nel 2001 con la legge obiettivo, ma mai completata. Se realizzata, permetterebbe di irrigare 6.000 ettari di terreno nel Basso Molise e di destinare eventuali surplus idrici alla Puglia.
Tuttavia, la mancanza di coperture finanziarie certe, le divergenze tra le regioni e l’assenza di una strategia condivisa continuano a bloccare il progetto, mentre la crisi idrica mette in ginocchio aziende agricole e cittadini.
La partita politica
La cabina di regia ha riacceso un conflitto che va oltre le appartenenze politiche e riguarda il ruolo del Molise nella gestione delle proprie risorse. Da un lato, il Governo Meloni rivendica interventi concreti; dall’altro, le opposizioni accusano l’esecutivo e la Giunta regionale di “scarsa trasparenza” e di “giocare con i numeri”.
L’unica certezza, al momento, è che i 20 milioni annunciati non sono ancora stati stanziati e che l’affidamento della progettazione definitiva non risolverà nell’immediato la crisi idrica.















