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A Milano al via la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Alla Fabbrica del Vapore presenti le molisane Monica Gualtieri e Azzurra De Gregorio

Monica Gualtieri e Azzurra De Gregorio alla Fabbrica del Vapore per la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo
Monica Gualtieri e Azzurra De Gregorio alla Fabbrica del Vapore per la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo

È stata inaugurata oggi, giovedì 22 settembre 2015, ‘Mediterranea 17’, la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, della quale il Comune di Campobasso è socio da diciannove anni. Alla Fabbrica del Vapore di Milano sono presenti le artiste molisane, Azzurra De Gregorio e Monica Gualtieri, che hanno partecipato, e sono state selezionate, al bando indetto dall’assessorato alle Politiche Giovanili dell’ente comunale del capoluogo di regione. Il tema dell’evento è ‘No food’s land’, riprendendo quello dell’Esposizione Universale.

Per le due molisane l’opportunità di una esperienza di rilievo internazionale, momento di crescita professionale e di allargamento dei propri orizzonti in un contesto altamente qualificato. Il Comune di Campobasso, pur essendo socio della Biennale, è tornato a indire, con l’avvento dell’amministrazione Battista, il bando per la kermesse a distanza di dieci anni dall’ultima partecipazione.

Azzurra De Gregorio e Monica Gualtieri sono arrivate a Milano direttamente da Genova, dove cento dei trecento artisti selezionati per ‘Mediterranea 17’, evento fuori salone di Expo, hanno avuto l’opportunità di vivere un’altra grande esperienza nell’ambito della sezione offdella Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo. In Liguria per tre giorni si sono succeduti eventi e workshop all’interno dei quali le due molisane sono state tra le protagoniste.

La conferenza stampa di presentazione dell'evento: da sinistra, l'assessore comunale di Milano, Del Corno, il presidente dell'Arci, Chiavacci, il presidente della Biennale Bei e il direttore artisitico Bruciati
La conferenza stampa di presentazione dell’evento: da sinistra, l’assessore comunale di Milano, Del Corno, il presidente dell’Arci, Chiavacci, il presidente della Biennale Bei e il direttore artisitico Bruciati

I trecento artisti sono arrivati alla Fabbrica del Vapore in concomitanza della conferenza stampa di presentazione dell’evento, alla quale ha preso parte, per il Comune di Milano, l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno. Al tavolo presenti il presidente della Biennale, Dora Bei, il direttore artistico Andrea Bruciati e il presidente dell’Arci Nazionale, Francesca Chiavacci.

“Non posso che salutare – ha affermato l’assessore Del Corno – tutti i Paesi e tutte le amministrazioni comunali che sono presenti nella nostra terra. Il Comune di Milano è lieto di accogliere artisti e rappresentanti degli enti soci della Biennale alla Fabbrica del Vapore, un luogo che abbiamo recuperato e valorizzato, per trasformarlo in un contenitore dove chi parla di cultura può confrontarsi in una piazza reale e non virtuale, come spesso oggi accade. Questo evento prende il testimone di Expo, che sta volgendo al termine, e non possiamo che esprimerci positivamente per l’esperimento di ‘Expo in Città’, un laboratorio di idee, appuntamenti e approfondimento scientifico. È un format che ha riscosso un grande successo e, sicuramente, sarà da ripetere”.

“Il Comune di Milano – ha affermato l’assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Campobasso, Emma de Capoa –ha rilanciato un luogo, quello della vecchia centrale dell’Enel, in uno spazio dove la creatività e lo scambio di idee sono all’ordine del giorno. Come amministrazione comunale del capoluogo molisano, anche noi dobbiamo pensare a uno spazio da far diventare la culla della cultura e di appuntamenti di rilievo locale, nazionale e, perché no, anche internazionale. La cultura – come è stato più volte ribadito nella conferenza stampa di Milano – è un utile strumento per difendere la democrazia e aprirsi al dialogo, rinunciando all’uso delle armi. Anche il Molise deve impegnarsi per infondere questo importante concetto. I miei complimenti vanno alle due molisane, Azzurra e Monica, che in questo mese potranno allacciare contatti importanti per il proseguo della propria carriera professionale e artistica”.

La campobassana Monica Gualtieri, ventottenne architetto, ha partecipato nella sezione ‘arti applicate’ con il progetto ‘Vert en verre’, che mostra il potenziale delle fattorie urbane come nuova strategia di riabilitazione funzionale. L’area di intervento è Freyssinet Halle, un mercato coperto per la spedizione delle merci di Parigi. Partendo dai problemi della struttura, è nato un progetto nel pieno rispetto di ciò che c’era in precedenza. Lo scopo è ridare al vecchio stabilimento industriale una nuova funzione di produzione agricola, immaginando questo ‘organismo’ architettonico come un ecosistema. Il progetto è organizzato su due livelli, quello della produzione e quello del consumo del cibo. L’obiettivo è di offrire ortaggi coltivati in loco e di rendere consapevoli le persone di quelle tecniche produttive che potrebbero contribuire a soddisfare la crescente domanda alimentare.

“Monica Gualtieri – ha spiegato il direttore artistico Andrea Bruciati ai presenti – evidenza come non si possa più costruire senza il rispetto della biodinamica e del luogo su cui si interviene, come quello naturale, che diventa parte integrante del contesto architettonico. Lei, così, ha proposto una sua valida idea di modello urbanistico”.

La termolese Azzurra De Gregorio, trentenne, ha partecipato, invece, con la performance ‘The sick food’, in italiano ‘Il cibo malato’,interpretata dall’attore campobassano Giulio Maroncelli. Si assiste al progressivo disfacimento fisico e morale di una donna che, abituata a percepire, il suo stesso corpo come fosse un perfetto congegno elettronico da programmare e modificare a suo piacimento, si ammala della paura di ammalarsi. La barriera che interpone tra se stessa e il mondo esterno si sgretola di fronte all’evidenza della caducità e della finitezza della propria esistenza e tutte le pratiche di disinfezione che, quotidianamente, infligge al suo corpo scatenano una serie di conseguenze inaspettate.

Redazione

CBlive

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