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Molise Acque, i sindacalisti Walter Di Bartolomeo, Domenico Montagano e Natalino Paone insorgono contro l’ex presidente Neri: “Si annullino tutti gli atti del suo Consiglio d’Amministrazione”

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La Rsu di Molise Acque hanno risposto alla conferenza stampa dell’ex presidente Neri

FABIANA ABBAZIA

Molise Acque al centro delle polemiche, dopo che in una nota a firma delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) Walter Di Bartolomeo, Domenico Montagano e Natalino Paone insorgono con quanto esposto solo qualche giorno fa dal presidente uscente Piero Neri durante una conferenza stampa convocata dopo l’azzeramento del Consiglio di Amministrazione da parte del governatore Frattura. Punto per punto le Rsu rispondono all’avvocato, mettendo in discussione l’operato del Cda di cui Neri rappresentava il massimo vertice.

A essere messa in discussione in modo particolare la questione relativa al contenimento dei costi. Per le Rsu, infatti, non è corretto parlare di “una revisione della spesa”, semmai sarebbe stato giusto che in questo periodo il Cda avesse operato una “revisione delle entrate” che ha fortemente risentito della morosità di alcuni grossi Comuni “clienti” di Molise Acque.

“A fronte di una dotazione organica stabilita dall’Azienda in circa 190 persone – specificano infatti le Rsui dipendenti di Molise Acque sono meno di 70, a cui si aggiungono 40 interinali.  Perciò quando si parla di taglio del personale – sottolineano ancora –  le persone immaginano organici gonfiati (dalla politica) che vengono finalmente sfoltiti del superfluo, ma non si tratta di nulla di tutto questo”. Il taglio vero  per i sindacati è stato  solo quello “del lavoro somministrato, a fronte di una carenza di organico a cui si è sopperito in parte attraverso il lavoro dei tirocinanti che svolgono di fatto attività nevralgiche in settori come la contabilità, la gestione del personale e la gestione delle reti”.

Le Rsu mettono inoltre in dubbio anche la trasparenza espressa da Neri durante l’incontro con i giornalisti. Nelle parole di Montagano, Natalino e Paone essa diventa un vero e proprio “mistero” che trova consistenza nel detto “l’acqua non è così fresca come l’acquaiolo dice”. Secondo le Rsu, così, i risparmi su cui l’ex vertice dell’azienda si è concentrato non sarebbero stati altro che “spese rimandate successivamente con l’oneroso aggravio per il continuo degrado delle opere, della cattiva funzionalità della macchina amministrativa e del tempo perso senza essere riusciti in quasi due anni di esprimere un direttore generale capace di portare avanti le indicazioni strategiche, politiche  e amministrative dell’Azienda”.

Un punto sul quale si chiede ora al prossimo dirigente (da qualche ora è Mauro Di Mirco il nuovo commissario di Molise Acque nda) “di verificare e certificare l’operato del vertice uscente, ma anche di annullare tutti gli atti, adottati dall’amministrazione uscente, inerenti la differente collocazione del personale e rimodulazione della Pianta Organica”. Atti questi che per i lavoratori sarebbero “nulli in quanto privi di relazioni sindacali”.

Nota dolente anche quella del bilancio che risulta pubblicato sul sito internet aziendale e per i quali le Rsu chiedono copia dei consuntivi 2013, 2014 e del bilancio di previsione dell’anno in corso, sostenendo come “nel 2014 sono state effettuate spese, liquidate con relativi impegni, senza alcun documento di bilancio previsionale approvato, dato che il CdA ha approvato solo il 27 marzo 2015, con delibera numero 9, il bilancio di previsione 2014”.

“A ciò – proseguono i rappresentanti sindacali nella nota – va aggiunto che l’amministrazione uscente non ha mai smentito quanto asserito nella determina aziendale che pone Molise Acque fuori dal regime previsto dal decreto legislativo 165 del 2001 e non ha portato a termine: la contrattazione decentrata 2014 con danni notevoli per i lavoratori; la procedura per la contrattazione decentrata 2015; il procedimento avviato per le progressioni interne, con danno economico e morale dei lavoratori interessati, nonché i concorsi banditi dalla precedente amministrazione per i quali giacciono presso l’Azienda oltre 2300 domande di partecipazione”.

Nonostante tutto, per i sindacati, “l’azienda (ovvero i lavoratori) ha rettamente e sanamente svolto il suo compito per quanto privata di una visione industriale e una strategia di consolidamento e crescita nel medio e lungo periodo”.

Una condizione dipesa anche dalla cosiddetta questione tariffaria “sostanzialmente ferma da almeno dieci anni, dopo un lieve aumento nel 2011”. Nonostante gli sforzi protesi dai dipendenti, Molise Acque non ha potuto sopportare l’aumento del costo dell’energia elettrica (circa il 75 per cento del proprio bilancio) avvenuto nell’ultimo quinquennio che ha superato circa il 25 per cento”. Sempre per i sindacati,  “un valido sostegno alle entrate sarebbe potuto venire dalla revisione della tariffa pagata dagli utenti e dalla Regione Campania, ma su questo punto le Rsu sottolineano come “su entrambi i versanti è mancato il ruolo propulsivo del Cda aziendale. Una situazione tariffaria aggravata ancor di più dal mancato o ritardato pagamento del servizio da parte di grossi utenti con una tariffa di per sé risicata all’osso”.

Ultimo punto sviscerato dalle Rsu la crisi della leadership tecnica da attribuire alla “mancanza di quattro dirigenti della struttura tecnico-amministrativa dell’azienda”. Una crisi peggiorata, sempre secondo i sindacati, dalla mancanza del direttore generale proseguita per ben 6 mesi dalla scadenza del contratto dell’ex direttore generale fino all’individuazione del successore Neri.

Unica nota positiva del Cda uscente, per le Rsu, l’approvazione della variante del progetto relativo alle Sorgenti di Acquabona  che è stato però “ ideato e appaltato dall’ex direttore generale Giorgio Marone” e il cui l’impianto per la mitigazione della torbidità delle acque è ancora privo dell’allaccio Enel”.

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