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La Regione Molise gli aveva negato l’accesso agli atti sull’area di crisi complessa, il Tar dà ragione a Vincenzo Niro: “Ristabilita la nostra funzione di consiglieri regionali”

Il consigliere regionale Vincenzo Niro
Il consigliere regionale Vincenzo Niro

Il TAR Molise definitivamente pronunciandosi, con sentenza numero 383/2017, pubblicata il 25 ottobre 2017, ha annullato il diniego imposto dalla Regione Molise alla richiesta del Consigliere Vincenzo Niro di accesso agli atti, finalizzata al rilascio dell’elenco dei nominativi dei soggetti che avevano aderito alla richiesta di “manifestazione d’interesse agli investimenti nell’area di crisi industriale complessa, compresa tra le province di Campobasso ed Isernia del 12 maggio 2017, nell’ambito del procedimento di attuazione del piano di riconversione e riqualificazione industriale dell’area, gestito di concerto tra la Regione Molise e il Ministero dello Sviluppo Economico”.

Il TAR ha ordinato alla Regione Molise di consentire, al consigliere Niro, l’accesso agli atti, sopra descritti, in quanto questi è “legittimato ad acquisire copia integrale trattandosi di attività conoscitiva funzionale al pieno espletamento del mandato rappresentativo connesso allo status ricoperto, secondo quanto espressamente previsto dagli artt.10 e 19, comma 4, dello Statuto regionale e dell’art.103 del Regolamento interno sul funzionamento del Consiglio regionale”.

Il consigliere regionale Niro, che è stato rappresentato nel procedimento giudiziario dagli avvocati Alessandra Carlomagno e Felice Pettograsso, ha espresso piena soddisfazione per la sentenza: “Ringrazio il TAR Molise – ha detto – per aver ristabilito il rispetto per la nostra funzione di Consiglieri regionali e le dovute garanzie per il nostro mandato, ma nello stesso tempo non posso non manifestare profondo rammarico per aver dovuto ricorrere all’Autorità Giudiziaria per veder applicate norme statutarie e regolamentari assolutamente chiare ed inequivocabili, nonché per il fatto che ho dovuto attendere più di un anno, la mia richiesta risale infatti al 9 ottobre 2016, per ottenere atti rispetto ai quali oggi, come è facilmente intuibile, potrebbero risultare oramai inefficaci ogni verifica o valutazione sulla procedura attivata”.

“Mi auguro che questa sentenza – ha concluso Nirometta la parola fine ad una vecchia querelle che ha visto più volte contrapposti l’Esecutivo e il Consiglio regionale”.

Redazione

CBlive

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